La Kore di Euthydikos
Quando Euthydikos dedicò questa kòre sull’Acropoli si era a cavallo fra le due guerre persiane. I Maratonomachi avevano sconfitto l’esercito di Dario, lo scultore intanto si ispirava ad una giovane bellezza aristocratica. Si dibatte ancora su chi rappresentino le kòrai: ninfe, divinità, ergastine o arrefore, o, più probabilmente la stessa Persefone nella fase di passaggio dalla verginità al matrimonio, rappresentata simbolicamente dal melograno che portava in una mano. Questa piccola bellezza ateniese mi è entrata nel cuore sin dal primo momento in cui la incontrai molti anni fa, nel vecchio museo dell’Acropoli. Nella perfetta sintesi fra arte arcaica e classica, ci riconduce alla festosa armonia di colori dell’Attica, testimoniati dai residui di pigmenti sulle sue labbra e sull’hymation, alla bellezza ideale che gli antichi coltivavano nei loro cuori, e ai misteri della loro fede negli Dei Olimpi.
Foto: American School of Classical Studies at Athens